Il piccolo borgo cinquecentesco di Gavazzone sorge incorniciato in un esteso piano prativo in una stupenda posizione soleggiata e panoramica sulla Valle Brembilla.
Si raggiunge percorrendo la mulattiera che da Brembilla porta a Berbenno in una ventina di minuti di cammino.
La contrada ha assunto l’attuale caratteristica forma architettonica a ferro di cavallo intorno alle prime decadi del Settecento, quando ai primitivi fabbricati si aggiunsero le nuove costruzioni, nelle pietre portanti delle finestre dei primi piani le date incise 1722 e 1733 visibili nelle pietre portanti delle finestre.
Sulla parte sinistra del borgo, preceduta da un bel risöl, si può ammirare l'antica chiesetta dedicata alla Madonna di Loreto. Non si hanno notizie precise sull'epoca di costruzione. ma si è certi della sua presenza già nel 1649. In epoca più tarda i Carminati (Còdega) la cedettero alla famiglia Filippi, che ne è tuttora proprietaria.
In quel periodo probabilmente si demolirono il muro e il portone d'entrata. Nella parte retrostante della contrada resiste ancora in condizioni di degrado una stalla con tetto in pietra (classica architettura valdimagnina), mentre sulla parte destra è ancora visibile la cisterna, preziosa data la scarsità idrica di cui Gavazzone soffriva.
Nel 1830 Gavazzone contava 14 abitanti in 2 nuclei familiari, i Forcella e i Locatelli (Ciànfer). Intorno agli anni Sessanta del secolo scorso, con l'abbandono delle attività agricole, anche Gavazzone si spopolò rapidamente. Attualmente la contrada è abitata da una sola persona, ma nella stagione estiva saltuariamente salgono dalla città a trascorrere le ferie le famiglie dei proprietari. La contrada è preceduta da un immenso pianoro dove all’estremità, castagni, betulle e agrifogli ne fanno un decoro molto suggestivo.